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lunedì 26 dicembre 2011

Carne trita, quando la danza trova voce

(da La Gazzetta di Lucca, 22 novembre 2011)
La rassegna Quello che forse vorresti vedere, organizzata da SPAM! Rete per le arti contemporanee in sinergia con ampio numero di soggetti, tra cui Regione Toscana, Provincia di Lucca e i comuni di Lucca, Porcari, Viareggio, Massarosa e Pietrasanta, ha visto andare in scena, sulle tavole del Teatro Jenco di Viareggio lunedì 21 novembre, la performance di danza contemporanea Carne trita, progetto, regia, coreografia di Roberto Castello. Dopo i debutti, in forma di vari studi segmentati tenutisi a Torino, Bassano del Grappa e Roma tra luglio e ottobre, l’originale allestimento non ha mancato di riscuotere un notevole successo dinanzi alla nutrita platea viareggina, accorsa ad assistere all’ennesimo lavoro del gruppo guidato da uno dei maestri del panorama italiano.


Un ampio spazio vuoto, delimitato da una serie di pesanti lamiere screziate: sul lato sinistro, delle sedie; poco distante, sul fondo, un ordinario divano verde. Non necessita d’altro arredo la partitura che Castello cuce addosso, attorno e per i corpi dei cinque danzattori: tutto si svolge mediante le loro figure affusolate, sinuose, i loro movimenti, i sintagmi visivi congelati in frame non di rado grotteschi, dove un’iniziale colonna sonora d’emissioni gutturali lascia il campo a sbadigli amplificati, deformati all’eccesso nell’esibita scomposizione gestuale. È l’anatomia di Irene Russolillo che ha il compito di calare il pubblico nel gioco insidioso d’uno spettacolo peculiare, fieramente distante dai moduli narrativi cui si è abituati, alimentati (e costretti) da teatro, cinema, tv: qui non si narra, non si parla, non si forza alla dimensione rassicurante (e quindi ancor più ingannevole) della comprensione; la danzatrice entra e la sequenza che parrebbe proporre un risveglio si muta in una dilatazione estenuata degli atti ai limiti dell’ideogramma. Il corpo si flette, tende le fibre per fissarsi in improbabili fermo immagine: ben presto le figure in scena saranno due, tre, in un effetto di ridondanza solo apparentemente può dirsi caotico. Una follia metodica e che non disdegna un certo umorismo (sono varie le risate strappate a un pubblico assai ben disposto) attraversa tutta la sequenza di quadri cui i cinque performer danno vita: dalla dimensione animalesca all’automazione robotica (la lenta avanzata di Fabio Pagano dal fondo sino al proscenio), dalla frenesia collettiva alla marcatura grottesca. La muscolarità dei danzatori bene si piega all’esigenza absurdista di Castello, alla sua ludica immaginazione (de)compositiva. Notevole il lavoro vocale dei cinque in scena: dalla fonazione gutturale ai falsetti, l’alternanza di frequenze crea panorami sonori sorprendenti, spazi d’immaginazione che disegnano vere e proprie scene, ben al di là di un’illuminazione quasi sempre neutra. Si chiude tra gli applausi convinti e le numerose chiamate del pubblico.

Quello che forse vorresti vedere prosegue, questa settimana, con un doppio appuntamento di teatrodanza allo Jenco di Viareggio giovedì 24 (replica presso l’Auditorium Vincenzo da Massa Carrara di Porcari il giorno successivo): in scena, Spic&Span di foscarini:nardin:dagostin (progetto di Francesca Foscarini, Giorgia Nardin, Marco D'Agostin, vincitore della segnalazione speciale Premio Scenario) e Due di Laura Moro e Manuela Tessi.
Igor Vazzaz

Spettacolo
Carne trita. Concerto per voce e danza
ALDES/Roberto Castello
progetto, regia, coreografia: Roberto Castello
danza e voce: Elisa Capecchi, Alessandra Moretti, Fabio Pagano, Giselda Ranieri, Irene Russolillo; collaborazione al disegno luci: Paolo Rodighiero; fonica e luci: Luca Telleschi; produzione: ALDES, in collaborazione con Fondazione Università di Ca’ Foscari / Teatro di Ca’ Foscari, Associazione Didee (TO), con il sostegno di MINISTERO per i Beni e le Attività Culturali / Dip. Spettacolo, REGIONE TOSCANA/Sistema Regionale dello Spettacolo

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